TERAMO – E’ stato lo stesso presidente della Provincia, Valter Catarra, ad annunciarlo con una breve nota: la magistratura ha ‘avvertito’ lui e l’amministratore unico Venanzio Cretarola (nella foto), formalmente, che esiste una indagini preliminare sulla società in house Teramo Lavoro. Si tratta di una conferma a posteriori di quanto scritto dai media fino a pochi giorni fa. La procura teramana si è mossa dopo la prima ispezione interna e soprattutto quando le opposizioni consiliari hanno presentato un esposto sulla gestione del fondo sociale europeo. «Mancando ad oggi un capo d’imputazione, presumo che la questione verta sulla società Teramo Lavoro – ha dichiarato il presidente Catarra -. In questo caso, significa che è stata avviata la corretta procedura che consentirà di fare definitiva chiarezza nelle sedi competenti sulle vicende riguardanti la società in house della Provincia. Sarà l’occasione per dirimere l’intreccio di interpretazioni divergenti, denunce di varia natura e palesi strumentalizzazioni politiche. Conoscendo il mio onesto e responsabile operato e altrettanto consapevole che la Magistratura sta doverosamente svolgendo il suo compito, sono sollevato di poter affrontare ufficialmente questa vicenda, considerando che in questi mesi ho mantenuto un rispettoso riserbo per non influire sugli avvenimenti in corso». Da ambienti vicini alla procura si è appreso che in realtà, sia Catarra che l’amministratore di Teramo Lavoro, Venanzio Cretarola, sarebbero stati ‘identificati’ per eleggere domicilio, in quanto destinatari di un formale avviso di garanzia senza attribuizione di ipotesi di reato.
Cretarola: «Indagato, ma di cosa?». Sulla vicenda in tarda serata è arrivata anche la presa di posizione dell’amministratore unico della società on house, Venanzio Cretarola, "avvisato" al pari di Catarra. «Ho ricevuto una comunicazione di avvio di indagini ma continuo ad ignorare di cosa sarei accusato – ha detto -. Già da diverso tempo avevo chiesto formalmente di saperlo ed eventualmente di essere ascoltato, anche alla luce di una perdurante campagna diffamatoria portata avanti nei miei confronti per motivi di pura strumentalizzazione politica che mi sono del tutto estranei. Apprendo quindi con soddisfazione la notizia – ha proseguito l’amministratore – che non può che accelerare il processo di chiarificazione del cui esito sono certo, avendo sempre garantito la massima correttezza ed onestà in ogni mio comportamento. Non ho mai finora risposto alle calunnie per il senso di profondo rispetto per l’azione della magistratura, confidando pazientemente nella attenta valutazione della verità a fronte di accuse (lette finora solo sulla stampa) prive di fondamento».